L’offensiva militare israeliana su Gaza ha raggiunto un nuovo livello: dopo l’intensificarsi dei raid, dei bombardamenti, delle incursioni e del sostegno dal mare l’Idf ha concluso le operazioni di accerchiamento della città. Al momento la Striscia è divisa in due parti: nord e sud e sarà consentito ai cittadini di spostarsi solo per raggiungere la parte a sud
di Emilia Morelli
Gaza City è completamente circondata, lo ha fatto sapere il portavoce militare dell’esercito israeliano Daniel Hagari. L’offensiva militare sembra avere raggiunto il suo culmine: dopo l’intensificarsi dei raid, dei bombardamenti, delle incursioni e del sostegno dal mare l’Idf ha concluso le operazioni di accerchiamento della città. “L’obiettivo della 36esima divisione è di accerchiare le forze a Gaza City e distruggere obiettivi selezionati, inclusi significativi asset e centri di controllo e di comando di Hamas”, ha specificato Hagari. Sembra quindi che ora sia destinata ad iniziare una nuova fase del conflitto ed al momento la Striscia appare nettamente divisa tra nord e sud. “Consentiamo ancora un corridoio che permetta alla popolazione del settore nord e di Gaza City di spostarsi a sud. Ma è un corridoio con un’unica direzione: verso sud”, ha concluso Hagari.
Nel frattempo il segretario di Stato americano, Antony Blinken nel corso della sua visita in Cisgiordania ha incontrato il presidente dell’Autorità palestinese Abu Mazen. Blinken ha chiesto “la fine della violenza estremista” contro la popolazione palestinese della Cisgiordania. Nel corso del colloquio, il primo da quando è iniziato la guerra in Medio Oriente, Abu Mazen ha chiesto “la sospensione immediata della guerra devastante e l’accelerazione della fornitura di aiuti umanitari, compresi medicinali, cibo, acqua, elettricità e carburante, a Gaza”. Il leader palestinese è tornato a condannare la “macchina da guerra israeliana”, accusata di non aver mostrato alcun riguardo per le regole del diritto internazionale. L’Autorità nazionale palestinese (Anp) “si assumerà tutte le sue responsabilità per la Cisgiordania, Gerusalemme est e Gaza nel quadro “di una soluzione politica globale”. “Come possiamo rimanere in silenzio sull’uccisione di 10mila palestinesi, tra cui 4mila bambini, decine di migliaia di feriti e la distruzione di decine di migliaia di unità abitative, infrastrutture, ospedali, centri di accoglienza e serbatoi d’acqua?”, ha aggiunto Abu Mazen.
Peraltro oltre alla drammatica situazione a Gaza bisogna tenere in considerazione quanto sta accadendo in Cisgiordania dove la situazione “non è meno orribile, in termini di uccisioni e attacchi a terre, persone e luoghi sacri, per mano delle forze di occupazione e dei coloni terroristi, che commettono crimini di pulizia etnica, discriminazione razziale e la pirateria dei fondi”, ha spiegato il leader palestinese. Una situazione di cui sembra essere ben consapevole anche lo stesso Blinken, che in prima persona ha chiesto di fermare “la violenza estremista” contro i cittadini palestinesi in Cisgiordania.
Dopo l’incontro Blinken ha proseguito il suo viaggio ed è volato a Baghdad dove ha avuto un colloquio con il primo ministro iracheno Muhammad Shiaa al Sudani nel corso del quale ha ribadito l’importanza di evitare che il conflitto si estenda.
La situazione però appare sempre più delicata, è arrivato il severo messaggio del ministro della difesa iraniano Mohammad Reza Ashtiani rivolto agli Stati Uniti in cui afferma che saranno “colpiti duramente se non riusciranno a mediare con Israele e ottenere un cessate il fuoco nella striscia di Gaza. Il nostro consiglio agli americani è di fermare immediatamente la guerra e di attuare un cessate il fuoco, altrimenti verrete colpiti duramente”, si legge nella nota diffusa tramite l’agenzia semi ufficiale iraniana Tasmin.
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